Siamo in tempi difficili, la nostra, ma neppure le precedenti due generazioni erano pronte ad una emergenza nazionale ed internazionale di questa portata. Razionalità e responsabilità sembrano d’improvviso siano andate a farsi fottere di fronte all’epidemia di corona-virus. Razionalità significa no-panic, responsabilità si traduce in nessun disastro. E dell’intelligenza ne vogliamo parlare?
Perchè non si può fermare chi produce cibo? Come l’avete letta questa affermazione?
Gli agricoltori e gli allevatori , ovvero gli operatori del cosiddetto “settore primario” (chiedetevi perché si chiama così) non possono fermare la loro attività perchè basilarmente essa è quella che sfama la popolazione, e chi si strilla “chiudere tutte le attività!”, che magari è poi lo stesso che corre al supermercato a fare scorta di alimentari per i prossimi due anni, crede forse che il cibo che compra nasca e cresca sugli scaffali?
Nessuno può, anzi nessuno deve, di più, nessuno si azzardi a fermare l’attività di chi produce cibo, sarebbe folle anche fermarla per qualche settimana, i raccolti salterebbero per mancata lavorazione del terreno, e/o della semina, e/o degli indispensabili trattamenti fitosanitari, siano anche bio ma vanno fatti per non pregiudicare la produzione, e/o del raccolto.
Razionalità e responsabilità.
Per concludere vorrei aggiungere che la stragrande maggioranza delle imprese agricole e zootecniche in Italia sono imprese individuali o a conduzione familiare, quindi state tranquilli che già si è abituati ad un duro lavoro in solitudine.
Saluti dalla mia vigna dove, in solitaria, sto finendo di potare le viti, e ricordatevi che il vino è cibo!